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disegno di Leila

IL VESTITINO GIALLO – FIABA SULL’ASCOLTO EMPATICO

Il Cerchio dei papà e delle mamme a Montevecchia (LC)

Martedì 6 ottobre 2020

Sintesi di Maria Casiraghi e Roberta Cassia

Nell’anno 2020/21 si è scelto di tornare alle radici dello stile Astrid : la fiaba come porta d’ascolto del mondo interiore. Il Cerchio dei papà e delle mamme lavorerà a partire dagli spunti offerti dalle fiabe che via via si andranno leggendo insieme. Sempre con la circolarità, l’assenza di giudizio, la trasversalità che caratterizza il nostro lavoro.

Il vestitino giallo è quello che la mamma ha dato alla bambina. La bambina cresce e uno gnomo le regala una stoffa specchio perché, le fa notare, il suo vestito sta diventando piccolo. Lei cresce, va oltre alle misure dell’abito che indossa.

Il vestitino giallo non è sbagliato, il fatto è che alla bambina che cresce non basta, infatti crescere vuol dire viversi nei cambiamenti portando modifiche a ciò che si era.

La bambina con questa stoffa si fa un nuovo abito. Chissà se si farà aiutare dalla mamma!

Questo è un passaggio fondamentale: “esco dall’abitino giallo che non basta più, ma resto collegata con chi sono”. Significa riferirsi alle proprie radici senza che siano svalutate, anche quando occorre portare dei cambiamenti.

Le convinzioni infantili crescendo spesso si modificano e continueranno a modificarsi ogni volta che se ne vedrà l’opportunità, senza per questo negare ciò che era prima.

C’è la tentazione di pensare che magari questo vestitino non era neppure bello.

Per distaccarsi a volte ci serve svalutare o mettere in competizione. 

In effetti cambiare non è negare il passato, ciò a cui sentiamo di appartenere, nemmeno sminuire il presente (il rendersi conto) ma è apportare modifiche, evolvere cioè cavalcare il futuro dando spazio all’intuito. Perché questo avvenga occorre il sentimento, che fa da collante fra ciò che si vive e il sentire di averlo vissuto.

Alla bambina è data una stoffa specchio, che riflette cioè i colori che stanno tutto attorno. Ossia è dato di rendersi conto della propria sensibilità e questa fa interagire con quanto sta attorno e modifica anche il proprio apparire. Come la stoffa specchio, che cambia colore a seconda del colore che riflette. Con la sensibilità, nell’interazione con gli altri ci si modifica, assorbendo , proiettando i vissuti circostanti, tanto più non sono riconosciuti o negati da chi li vive.

Questa consapevolezza di avere addosso la stoffa specchio può spaventare, come sempre quando non si conosce qualcosa. In effetti più si familiarizza e più ci si alleggerisce, così al senso di complessità si aggiunge il senso della ricchezza.

Lo gnomo dà fastidio con questa sua stoffa perché non se ne conoscono le caratteristiche. Anche a noi spesso spaventa l’intensità del proprio sentire emotivo, ma è lasciata all’individuo la responsabilità di conoscere e farsi carico del proprio sentire emotivo. Sicuramente è importante sapere che nominare l’emotivo che si sente alleggerisce il vivere, pulisce e velocizza la comunicazione fra gli esseri.

La fiaba: Il vestitino giallo

C’era una volta…

una bambina che era nata in  una notte di luna piena, e la sua mamma le aveva fatto un bel vestitino giallo.

La bambina cresceva curiosa ed allegra, quando un giorno incontrò nel giardino di casa uno gnomo.

Lo gnomo le disse: è ora che aggiungi un pezzo di stoffa a quel vestitino giallo, ti sta troppo corto! Ti porterò io una stoffa particolare….”. Così dicendo, lo gnomo sparì.

Il giorno dopo ricomparve con una stoffa leggera come la seta, di un colore chiaro e luminoso ma indefinito.

Alla bambina piacque molto quella stoffa, e si fece subito un bel vestito.

Non ci volle molto tempo, però, che la bambina si accorse della particolarità di quella stoffa: cambiava colore a seconda delle persone con cui si trovava.

“Per forza!” disse lo gnomo, quando la bambina andò ad esprimergli le proprie perplessità. “E’ una STOFFASPECCHIO! Insomma, è come… la carta assorbente: assorbe i colori che ci sono in giro, con cui viene a contatto. Non è bello?”.

“Mah,” disse sempre più perplessa la bambina “a dir la verità mi ritrovo spesso addosso colori che con me non hanno molto a che fare… niente giallo, né arancio, né verde, né azzurro… e poi, mi devi dire questa stoffa dove li trova, i colori che assorbe, perché io non li vedo, eppure il vestito cambia colore!”.

“Ma ti ho detto, si tratta di una stoffa-specchio! Cioè: rispecchia i colori che ci sono nell’anima delle persone”.

“ODDIO!” La bambina, spaventata, fece un salto indietro.

“Non la voglio la tua terribile stoffa-specchio, perché mi hai costretto a fare un vestito con questa maledizione? Non lo sai che a volte prende di quei colori che mi fanno vergognare a morte!? E ora tu mi dici che sono i colori dell’anima degli altri? E CHE ME NE FACCIO?!?”.

“Uffa” disse lo gnomo “ora smettila con queste scenate. Però hai fatto una buona domanda…”

“Ah sì? Adesso te ne faccio un’altra: come far tornare la stoffa-specchio del suo colore? “

Lo gnomo ci pensò su un po’ e poi rispose: “Perché non provi ad andare al corso di arte e psicoanalisi dell’Astrid di Milano?? Sicuramente ti sarà d’aiuto!”

“D’accordo, andrò” disse la bambina, e così imparò davvero tante cose…